Marco Dainese e i suoi bagnanti

GIOCHI E PISCINA PER CANI NEL GIARDINO PIU’ BELLO D’ITALIA

L’acqua è rigenerante per i suoi bovari così, avendo un terreno agricolo a disposizione ad Albignasego – Comune Veneto ai piedi dei Colli Euganei – ed intuito da vendere, Marco Dainese, ha voluto impostare, insieme ad un gruppo di amici, una Piscina per cani e un’Area relax con giochi su misura per loro.

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Una piscina di nove metri per cinque profonda 1 metro e 35 centimetri, con una piattaforma rialzata centrale utile per far riprendere fiato al cagnolino – o per aiutarlo durante le prime esperienze in acqua – che diventa un trampolino per incredibili tuffi quando la confidenza con l’elemento è stata totalmente acquisita dall’animale.

Dogland Park nasce da questa esperienza personale, di svago con il proprio cane.

Era il 2012 quando Marco ha iniziato a ricevere complimenti e richieste di accesso a quest’Area:

– Il terreno si vedeva dalla tangenziale e la piscina ed i suoi bagnanti a 4 zampe si notavano –

Ci racconta lui.11333396_449069085217935_288703079_n

Non è strano dunque che la voce grazie al passaparola si sia sparsa velocemente e che presto, oltre ai conoscenti con i loro cani, Marco abbia iniziato a ricevere richieste anche da parte di molti conduttori cinofili privati, educatori e addestratori e che, nel giugno 2012, la sua idea si sia trasformata in una realtà pubblica, un vero Parco giochi con piscina dedicata a Fido, in formula associativa con tesseramento.

– I cani se la spassavano nel mio Parco in compagnia dei loro padroni, in acqua ma non solo… –

Ci spiega Marco.

Al Dogland Park si poteva praticare ogni Sport cinofilo immaginabile dal Disc Frisbee all’Agility Dog alla Fly Ball.

Oggi il Progetto, dopo 7 anni di attività associativa, cambia veste – diventa un franchising ripetibile in altre situazioni, oltre a traslocare.

Giardino Barbarigo Pizzoni Ardemani Valsanzibio di Galzignano Terme, Padova

Giardino Barbarigo Pizzoni Ardemani Valsanzibio di Galzignano Terme, Padova

 

Sarà il Giardino Monumentale di Valsalzibio (Colli Euganei – Veneto) a incorniciare le giornate di gioco e nuoto dei nostri amici a 4 zampe. Marco ha infatti predisposto una collaborazione con il Giardino Barbarigo che normalmente non è aperto agli animali da compagnia per motivi di gestione, igiene e mantenimento della fauna, flora dalle caratteristiche davvero particolari.

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Questo eden arboreo e di architettura – la struttura delle fontane è stata realizzata da Luigi Bernini –  sarà la prima location ufficiale del format Dogland Park.

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Il Giardino, realizzato tra il 1665/1669 dal Nobile veneziano Zuane Francesco Barbarigo, è splendido, tra i più belli d’Italia nonché d’Europa anche grazie ad una serie di simbologie che restituiscono una sorta di magica beatitudine a chi lo visita. Lo splendore è mantenuto in maniera quasi maniacale grazie a regole rigide come appunto quella che vieta di introdurre cani a passeggio ma Dogland Park potrà coprire questa mancanza che ai giorni nostri può essere uno svantaggio all’attività turistica del Giardino.

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I Colli Euganei infatti sono una metà perfetta per soggiornare con l’amico a 4 zampe, grazie al Format di Marco ora potranno avere anche una zona esclusiva a loro dedicata.

Sono 2000 metri quadrati di area verde con una super vista sul Giardino e sui Colli, sono presenti sdrai, comodi pouf e sedute per rilassarsi al sole in buona compagnia e una piscina per far rinfrescare e giocare i nostri cani.

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La grande area verde è disponibile per eventi privati e attività cinofile, inoltre sono state create alcune spaziose gabbie per lo stallo dei cani dei turisti in visita al Giardino, l’ingresso però è autonomo e le due esperienze possono anche essere separate, certo che una passeggiata all’Isola dei conigli, al Labirinto di bosso, un’occhiata al Padiglione di Diana e alle 70 statue in  Pietra d’Istria è davvero un’ottima idea: non sia mai che il percorso, famoso storicamente per essere capace di portare l’anima alla purificazione e all’estasi, non faccia davvero ciò di cui dicono da secoli sia in grado di fare e nel frattempo ci pensa lo staff di Marco ad intrattenere Fido.

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gatto e disabilità

LA CASA CHE ACCOGLIE LE DISABILITA’ ANIMALI

Certe volte non ci rendiamo conto di quanto noi uomini possiamo imparare dall’animale.

Alessandro Ortolan non ha dubbi e ce l’ha ricordato durante il nostro incontro nella Casa famiglia per animali disabili che gestisce a Postioma a Carbonera (in Provincia di Treviso).

Il civico è il 7, la struttura un ex mattatoio, per l’esattezza una vecchia pellicceria dismessa – luogo di morte – ci tiene a precisare Alessandro – oggi spazio che dona una nuova vita -.

Scelto appositamente per lanciare un messaggio di rivincita e di speranza, lo stabile, è stato ri-organizzato per gestire la disabilità in ogni suo aspetto, dall’interno all’esterno.

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Arrivando in via Postioma si sentono gli ospiti della Casa, che è un vero C.e.d.a (Centro di Educazione alla disabilità animale) abbaiare dal grande giardino di duemila metri quadrati, per loro è un’emozione ricevere visite.

Entriamo, eccoli correre veloci come schegge sui loro carrellini artigianali, realizzati proprio da Ortolan che in questi anni si è specializzato nella loro realizzazione su misura.

Alessandro, Presidente del Comitato Carrellini Disabili e del Centro allora ci spiega che il cane non ne ha bisogno per muoversi ma è essenziale per evitare che l’animale si ferisca durante le corse e i giochi.

-Non hanno alcun problema con la loro disabilità anzi! Fanno di tutto, come qualunque altro cane-.

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È importante l’utilizzo del carrellino per evitare che si rovinino le zampe posteriori, le ginocchia ad esempio, che, senza quest’ausilio, sarebbero sempre esposte al contatto diretto con terra, sassi o asfalto.

Oltre ai cani, il Ceda, ospita anche i gatti con disabilità.

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Sono accolti in una delle camerate interne della struttura, vicini ai volontari che si dedicano a loro con grande serietà e passione. L’Associazione si autofinanzia, la gestione è difficile ma caparbiamente continua a donare agli ospiti tempo e amore. C’è chi passa le notti in struttura a sorvegliare gli ospiti e la loro deambulazione, c’è chi si occupa della spremitura (della pipì) e chi fa le pulizie.

– Pur avendo avuto un bel numero di affidi e di adozioni nei primi anni di apertura del Ceda è dal 2017 che non riceviamo richieste da parte di famiglie

Ci racconta Ortolan.

Non è una novità che le adozioni siamo calate in Italia in tutti i Rifugi ed i Canili, risulta però strano se si pensa a quanta promozione sul randagismo giri sui Social Network.

– In passato mi occupavo in prima persona di girare le piazze italiane raccontando il Centro e il riscontro era incredibile –

La disabilità dell’animale è un argomento poco conosciuto, non se ne parla e questo non crea propensione alla loro adozione. È necessario spiegare la tematica ma non solo, è importante vedere questi animali per capire.

– Loro non si sentono diversi! –

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Alessandro allora si occupa anche di educare alla disabilità animale attraverso cene, eventi associativi e laboratori nelle scuole elementari.

A far parte del C.e.d.a, oltre alla struttura d’accoglienza di Postioma – Treviso, c’è, in Provincia di PadovaIl Fagiolo di Piccolo e Gina – che, come si legge nell’Home Page del sito, si definisce “Luogo pieno d’amore in cui poterli accogliere e curare loro le ferite del corpo e dell’anima, fornire loro due “zampe nuove”…  in attesa della nuova famiglia“.

Qui, gli animali con disabilità provenienti da tutta Europa rimangono il tempo necessario per la totale guarigione poi vengono trasferiti a Treviso. E’ Ortolan che si muove per recuperare fisicamente gli animali, senza limiti di distanza, li raggiunge in ogni angolo d’Europa, spesso ritrovandosi di fronte a situazioni terribili come quella di uno dei loro cani, presente in struttura da diversi anni:

– E’ stato lanciato da un terrazzo durante una discussione tra fidanzati, il suo padrone voleva ferire la compagna, così se l’è presa con il loro cane –

L’innocente è miracolosamente sopravissuto ma ha perso l’uso delle zampe posteriori, oltre alla serenità e a molto altro, come la fiducia che qui al C.e.d.a ha potuto ritrovare, ora ha bisogno solo di un nuovo affetto, stabile.

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ALICE: UN 2° CAPITOLO PER I GALGO NEI COLLI EUGANEI

Torreglia, in provincia di Padova, è un piccolo Comune ai piedi del Parco Regionale dei Colli Euganei molto conosciuto per le bellezze architettoniche, come Villa dei Vescovi  del Palladio, e naturalistiche, tra tutti il passo del Roccolo e di Roverello e i percorsi ciclo-turistici che si diramano in tutta l’area circostante. È una zona affascinante che custodisce da secoli, oltre a tanta bellezza, una grande quantità di storie. Poeti, scrittori, musicisti da ogni parte del mondo ci hanno soggiornato per brevi o lunghi periodi trovando stimoli creativi dalla ricchezza della flora radicata per tutta l’area collinare euganea, particolare come l’origine che è vulcanica.

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C’è chi tutt’ora questa fortuna ce l’ha e si sveglia ogni mattina circondato da tutto il benessere naturalistico dei Colli, tra loro ci sono TurrònSombra, i due Galgo di Alice.

Sono levrieri spagnoli, due fratelli, uno nero e l’altro tigrato, passano le loro giornate a sonnecchiare bucolici come felini al sole.

Alice è la loro umana preferita ma, nella casa nel bosco, vivono anche i due ragazzini di Alice e il padre. Prima di stabilirsi in questo paradiso terrestre, circa 5 anni fa, i due cani non se la passavano così bene. Erano vittime di un vero girone dell’inferno, quello della crudeltà umana; ad appena 6 anni e mezzo di vita la loro storia ha già due capitoli scritti e vissuti ed il primo è, contrariamente all’angelica vita attuale, pieno di orrore.

Nascono in Spagna al solo scopo di dimostrare di essere il Galgo perfetto per la caccia alla lepre, un gioco ludico e d’azzardo che si alimenta grazie alle scommesse. Il cane è la pedina e ha un unico obiettivo: correre come un fulmine e uccidere prima degli altri il coniglio, tutto qui. Una tradizione spagnola molto radicata in tutto il territorio che ogni anno sforna milioni di randagi, purtroppo la fine migliore che un Galgo possa fare.

“Un Galgo non vale nemmeno una pallottola”

Questo è il motto che si va dicendo alla fine del periodo di caccia. I cani non vincenti e quelli privi di talento – che non corrono abbastanza velocemente o che non hanno un’istinto predatorio sviluppato – o magari deboli, malati, non perfetti, vengono fatti fuori, letteralmente in ogni modo possibile.

I Galgo vengono legati, ad esempio, ad un ramo basso di un albero così da rimanere giorni interi in “punta di zampa” a soffrire, soli nel bosco, prima di morire, finalmente, impiccati, di fame, di sete oppure uccisi da un animale più grosso.

I levrieri di Alice sono stati scartati perché come corridori non erano abbastanza bravi ma possiamo ritenerli dei Galgo fortunati perché, al contrario di moltissimi altri, sono riusciti a liberarsi, a scappare via lontano dal Galguero – l’Allevatore. Sono stati ritrovati da Progetto Galgo Onlus – Associazione che opera in loro aiuto in tutto il territorio ispanico.

Sono a tutti gli effetti cani di razza super selezionati “grazie” a decenni di monte tra campioni, mancano di Pedigree ma la maestosità e la purezza della linea di sangue è ben visibile.

Hanno un portamento da cavaliere, una sensibilità sconvolgente e un’indole simile a quella di un grande felino.

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“Non sprecano energie come i leoni”

Il Garguero li cresce lasciandoli stipati, al buio, in una scantinato con i fratelli e li alimenta con pezzi di pane secco.

“Con un tozzo di pane ogni 3 giorni un Galgo corre 3 volte più veloce della lepre”

Turròn e Sombra come molti altri, hanno dovuto imparato a socializzare con i simili all’interno di quello scantinato per sopravvivere gli uni agli altri. Oggi infatti non hanno difficoltà alcuna a stare con altre tipologie di cani ma c’è qualcun’altro che li spaventa a morte. I due levrieri si irrigidiscono immediatamente se davanti a loro si presenta un uomo di mezza età, tarchiato e dagli occhi chiari: la fisionomia “papabile” del loro carnefice.

“Si agitano quando vedono qualcuno fatto così! Credo proprio di aver capito com’era fatto il loro allevatore.”

Ci racconta Alice guardando negli occhi Turròn che sembra capire che stiamo parlando del passato suo e del fratello.

Dopo un primo capitolo drammatico fortunatamente, girando la pagina, si arriva al secondo, quello della rivincita del debole. I due levrieri, trovati in condizioni psico-fisiche non buone, da alcuni volontari, passano alle cure dell’Associazione, affidate alle dolci attenzioni di una signora spagnola che si prenderà a cuore la loro situazione per il tempo necessario alla loro ripresa.

“L’ho rintracciata volevo conoscerla, gli ha salvati e recuperati

Il recupero psico-fisico dei Galgo infatti avviene in Spagna, dopodiché arrivano, via mare, in Italia, da questo momento in poi, iniziano i colloqui per selezionare i loro adottanti.

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In Veneto ci pensa Alice a valutare i curriculum delle famiglie che vogliono adottare. Ci racconta che non è un compito semplice, c’è molta responsabilità in una decisione così piccola.

Per lei, i suoi 2 Galgo sono veri compagni di vita. La seguono nei suoi impegni giornalieri alla Villa, girovagano nel suo Allevamento di cavalli con grande intelligenza.

Il Galgo è un cane con particolari caratteristiche genetiche e psico-fisiche. E’ un antico predatore e la fisionomia lo dimostra. Ha un busto snello ma compatto, zampe lunghe, magre ma dal muscolo resistente capaci di grandi rese nella corsa, la coda lunga che tengono a ricciolo, tanto amata da Alice, è utilizzata durante le volate su terra come un timone, per svoltare e rimanere in equilibrio durante la caccia.

“Guarda, sono meravigliosi, è il cane più adatto a me”

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Alice, dai lunghi capelli ricci legati con un semplice fermaglio, continua sorridente a parlare del suo rapporto con i Galgo:

“Se lanci una pallina ti guardano come per dire ok e ora? Sono indipendenti – sai, sanno cacciare dunque questo può essere uno dei motivi – inoltre lo sono anche mentalmente.

Non hanno bisogno di esaudire un tuo desiderio, non sono, come dire, cani “da giochetti”- Sì certo sono corruttibili alla grande con il cibo –  ma non hanno alcun interesse ad essere addestrati, è questo che amo di questa razza.

E’ come se loro avessero una vita e tu la tua… Passano il tempo con te ma senza starti addosso, praticamente come un gatto”.