L’EDUCATORE RASTA E I SUOI CANI DAL MANTO CANDIDO

2015: nel New Hempshire una cucciola di Golden Retriever dal pelo molto chiaro, Amber, è nel giardino del suo cottege di campagna in attesa che la sua nuova famiglia arrivi a prenderla dall’Italia. L’Educatore Daniel Rossato sta per arrivare: ha guidato con il suo furgone tra i paesi d’Europa e perfino sotto al mare per lei e per realizzare il suo progetto di Allevamento di Golden “Double Chocolate Retriever” dal manto bianco, che oggi è una grande famiglia.

Daniel, Educatore cinofilo padovano e titolare del “Centro Cinofilo Dog Activity” si occupa anche di Pet Therapy, gestendo l’Associazione “Empathic Dogs Service asd”. Da anni lavora nel territorio veneto con cani da rieducare attraverso lezioni in coppia col padrone. “Il primo con il quale impostare il lavoro di educazione è proprio il padrone” ci confessa Daniel.

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“Il primo con il quale impostare il lavoro di educazione è proprio il padrone”

La storia di Amber parte proprio da Daniel, l’educatore dai capelli rasta, e da una passione per il cane che negli anni è cresciuta in e con lui, e che si è tradotta in partecipazioni a corsi specializzanti e letture di testi veterinari nonché di psicologia del cane. Una passione che come tale ha avuto la sua musa ispiratrice in una cucciola bianca e graziosa di Dogo argentino di nome Shanti, che è entrata nella vita di Daniel ormai 10 anni fa e che con lui ha fatto tutto come un infallibile braccio destro. Shanti lo ha spronato a studiare per diventare un professionista ed insieme hanno iniziato a partecipare alle esposizioni canine di mezza Europa, le prime di una lunga serie per Daniel e per i tanti amici del “Dog Activity”.

Daniel è Italo-croato: la sua famiglia materna è originaria di Brac, un’isoletta di pescatori e spiagge di scogli di fronte a Spalato che ha conservato negli anni la tradizione rurale e dunque quel legame indissolubile tra uomo e terra ed il rapporto di interdipendenza con l’animale. Daniel sembra conservare quel vivere genuino anche qui in città e riesce semplicemente a trasmetterlo ai suoi cani con i quali, ogni estate, salpa verso la sua isola. I Golden Retriever amano giocare nuotando in acqua, riportando al padrone rametti o altri oggetti che gli vengono lanciati e passano i pomeriggi d’estate così, correndo felici dalle spiagge selvagge verso il mare celeste, osservati dalla grande anziana Shanti che li aspetta a riva.

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“L’allevamento “Double Chocolate Retriever”, invece, è giovane” ci racconta Daniel. Il team è composto attualmente da 4 Golden: 3 femmine (la mamma e 2 cucciole) e 1 maschio, Buddha.

Buddha è un cane fiero, dall’animo sensibile, affettuoso e buffo ed è quello che dimostra l’attaccamento più forte all’Educatore dal quale corre letteralmente in braccio se viene richiamato da un comando. È il “maschio alfa” del branco, il padre biologico delle cucciole, ma non il primo golden dell’allevamento. L’arrivo di Buddha, infatti, è successivo ad un lutto, quello per Rubens, che a 3 anni è mancato improvvisamente lasciando un vuoto nell’animo di Daniel e di tutti i soci dell’Associazione. “Era un amico, il mio E.T. personale. Riusciva a calmare con la sua empatia ogni pianto ed era una vera calamita per i bambini che dopo aver giocato con lui si allontanavano con degli enormi sorrisi!”

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 “Era un amico, il mio E.T. personale.”

Daniel, di fronte alla mala sorte, si è fatto coraggio e per partire con l’allevamento ha deciso di onorare il fedele amico Rubens, compagno di mille avventure, scegliendo un cane che fosse della stessa linea di sangue e della stessa tonalità di manto candida, unica nel suo genere. “E così arrivò Buddha” ci racconta Daniel.

Seconda ad arrivare fu Amber, la fattrice. Daniel prese contatti con i migliori Allevamenti di tutta Europa per rintracciare una cagnolina dal pelo chiaro che potesse entrare nella squadra “Double Chocolate”. “La mail di risposta da un allevamento all’altezza delle aspettative finalmente arrivò e la destinazione da inserire nel navigatore si fece chiara: Inghilterra, New Hampshire, vicino a Londra.” ci racconta Daniel. Dopo un lungo viaggio Amber è arrivata a casa di Daniel dove ha conosciuto i suoi nuovi amici, il dolce Buddha e la saggia Shanti. Il Dogo Argentino è tra le razze ad essere nella lista nera del Regno Unito, non si possono ne allevare ne far entrare, nemmeno temporaneamente, nel territorio della regina, perciò quella che si è creata in casa di Daniel è una sorellanza quasi impossibile, tra una Golden di “sua maestà” e la molossoide Argentina.

Una gran bella famiglia cinofila, quindi, quella di Daniel Rossato, pronta ad allargarsi ancora: sì perché Amber sarà mamma bis a breve, e farà di Buddha nuovamente un fiero papà Golden Retriever dal manto bianco.

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A tutta la squadra “Double Chocolate Retriever” buona fortuna!

MARTA & JOHN – IL CAPITANO E IL PASTORE MAREMMANO

Marta è una giovane donna e contemporaneamente una atleta adulta che ha alle spalle anni di duro allenamento e di sacrifici, fatti con amore per la sua passione più grande: la Ginnastica Ritmica. Inserita nella Areonautica Militare è stata dal 2012 al 2016 il Capitano della Squadra Nazionale Italiana ed è curioso che il suo team abbia la nomea di “farfalle”, quasi un riassunto perfetto di ciò che fanno. Sì, perché quando danzano ricordano il volo di creature leggiadre ma decise, dai movimenti precisi e suggestivi come quelli dei colleghi delle frecce tricolore. 

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La Squadra di Marta ha stretto tra le mani gli attrezzi della ginnastica, li ha lanciati con assoluta precisione per poi riprenderli al volo seguendo il ritmo della musica e regalando così uno spettacolo decisamente di alto livello che le ha garantito la vittoria di gare di rilievo come il Campionato Mondiale a Montpellier ed il Bronzo alle Olimpiadi di Londra, per citarne alcune. 

Oggi Marta non gareggia più, ha 26 anni ed ha raggiunto l’anzianità nella sua disciplina ma continua a “masticare” la Ginnastica allenando e facendo la giudice, oltre a partecipare agli eventi della sua Federazione e a quelli del Coni. Tanti, dunque, sono i progetti di Marta ed altrettanti sono i suoi impegni personali; punta sullo studio universitario frequentando il corso di Relazioni Internazionali a Monza, città dove vive insieme a Piero, il fidanzato, e a John che a settembre hanno portato a casa dal Rifugio di Prato. 

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John è un Pastore maremmano dall’aspetto regale e dai modi raffinati anche se la sua storia è tutt’altro che quella di un principe. È stato portato in Canile verso i 3 anni di età dopo la morte della madre con la quale condivideva una situazione di solitudine e di reclusione, vivendo in un giardino di una casa abbandonata e mangiando pasti lanciati da oltre la recinzione per un timore infondato dell’uomo.

Marta vede l’annuncio del Canile, si commuove alla lettura della storia di John e le farfalle dentro lo stomaco iniziano a girare. Danzano nella sua pancia al sentire che quel maremmano ha 6 anni compiuti e che ha passato gli ultimi 3 in Canile, in una situazione ben migliore della precedente ma stressante in egual modo per un cane.

La storia di John si rallegra all’arrivo, a Prato, di Marta e Piero.

È stata questione di un solo attimo, un colpo di fulmine: gli occhi di John, scuri e a mandorla, lo scorso settembre si incrociano con quelli di Marta, verdi ed espressivi e l’imprinting fa il resto: John vince sui rivali più giovani e dal passato meno turbolento e va a vivere a Monza finalmente accudito dalle mani protettive di una grande Atleta Azzurra.

 

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Non poteva ancora aspettare, erano già 3 anni che aspettava in Rifugio.”

John non è il primo cane per Marta ma è il primo di sua totale responsabilità e la differenza, ci confessa, la sente. La famiglia dell’atleta, infatti, l’ha abituata, fin dall’infanzia, a condividere la vita con gli animali e, a Prato (dove vivono i genitori della ginnasta), hanno avuto dei Pastori Tedeschi e una Golden Retriever che ha accompagnato Marta durante tutta la crescita. Tuttavia quando sei l’adulto di riferimento e non il piccolo di casa l’impegno si moltiplica come si duplicano le soddisfazioni e Marta, oggi, ne è consapevole.

Quando è arrivato in casa John non era più un cucciolo e non era abituato a nulla del mondo urbano. Marta e Piero, però, ci hanno voluto credere e coraggiosamente incoscienti sono andati avanti per la loro strada con John, che ha sorpreso tutti rispondendo subito positivamente agli stimoli e agli insegnamenti ricevuti, donando così grosse soddisfazioni ai nuovi “mamma e papà”.

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Ne sono sicura: accudire un cane ti rende la vita migliore”

Oggi John, passa le sue giornate in compagnia; va in palestra con Marta che ci racconta di come lui sia rispettoso dei luoghi e di come, calmo, la sorvegli nella sua routine sportiva finchè Marta non passa agli esercizi a terra e per John diventa impossibile non avvicinarsi a lei per giocare, per ricevere una coccola o per darle la sua grossa, raffinata zampa bianca.

Sembra quasi una storia di Natale: un Pastore maremmano ed una Atleta toscana in totale sincronia ed un finale dolce quanto lo zucchero a velo che copre il Pandoro; sì, perché John quest’anno ha trascorso il suo primo vero Natale finalmente in famiglia, potendo giocare anche con i nuovi “cugini”, i cani della famiglia di Marta.

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La gente che incontriamo per strada ci dice che John sembra una nuvola, io lo definirei invece un Cane Bon Ton per i suoi modi raffinati.”

SIMONE E DIKE: ALLA SCOPERTA DEL NEPAL

Abbiamo conosciuto Dike, labrador color miele dal carattere docile e riflessivo, a Padova. Dike è nata in un allevamento sul lago di Garda ma è più nepalese che italiana: ha vissuto per la maggior parte della sua vita in un villaggio ai piedi delle montagne del Nepal, Panauti, a 45 km da Katmandu.

Il suo compagno d’avventura è Simone, che guida tra le vie della vita e scalda nelle notti d’inverno quando, nel villaggio, la temperatura scende fino a 0 gradi ed il freddo secco di montagna raggiunge la loro casa. Dike e Simone passano le giornate tra Katmandu, il villaggio e le montagne che scoprono insieme durante le loro escursioni.

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Dike guida Simone tra le vie della vita e nelle fredde notti d’inverno del Nepal.

Simone ci spiega che l’Hymalaya è una tappa affascinante ed essenziale per lui e la sua fedele compagna di viaggio.”Ci siamo preparati e abbiamo fatto 5 escursioni, allungando il tragitto ogni volta di più, seguendo i nostri ritmi, attenti alla sicurezza di entrambi” ed un bel giorno alla cima ci sono arrivati.

“3500 m di dislivello e Dike diventa un altro cane”continua Simone “è più felice, sembra che sorrida ed è visibilmente soddisfatta”.

Oggi Dike sale e scende dalle cime come una vera nepalese, senza più bisogno di imbragature. Sa dove appoggiare le zampe e ha imparato che esistono degli animali con i quali è meglio non giocare (buoi e yak) per via del loro brutto carattere. La sua vera vocazione però è ricevere e dare affetto ai bambini del villaggio.

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“Hymalaya: 3500 m di dislivello e Dike diventa un altro cane”

Simone ci racconta che il cane in Nepal è un animale sacro e si crede che sia l’ultima tappa del percorso buddista di reincarnazione; dopo una vita da cane c’è quella da essere umano che attende.

A lui, il sacro cane, è dedicata una festa molto allegra, la Kurkur Tihar: i cagnolini vengono adornati con ghirlande di fiori profumati, dai colori accesi e sulla loro fronte viene tracciato un “tilaka” d’onore, segno rosso sulla fronte, simbolo di sacralità. In questa giornata speciale, la seconda di 5 giorni di festeggiamenti sacri, i cani nepalesi possono gustare prelibati banchetti preparati ad hoc per loro, i veri re e regine di questa festa.

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I veri re e regine della festa Kutur Tihar in Nepal.

Simone parla di Dike con enorme affetto: “Lei è il mio coraggio e la mia forza.”

Il dottor Simone Fagherazzi, ha lasciato 3 anni fa l’ospedale di Padova e le 12 ore quotidiane in quei corridoi, partendo per quello che inizialmente doveva essere solo un viaggio alla scoperta di posti sognati con una donna che oggi porta nei suoi ricordi. Silvia, la sua ragazza stroncata in giovane età da un melanoma. “Con lei ho viaggiato fino all’ultimo. Il suo timore era di vedere troppo poco di questo mondo”.

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“Lei è il mio coraggio e la mia forza.”

Così Simone è partito per India, Nepal e Birmania, ma è stato travolto dall’energia del Nepal durante la festa di Shyva e ha deciso di stabilirsi là con la sua Dike e da là portare avanti la sua Associazione Dike Salute. Nel cuore un lutto e nell’anima il desiderio di avere una vita giusta ma soprattutto di poterla regalare almeno alla sua cagnolina.

“Io e Dike, insieme, ora facciamo una vita semplice, all’aria aperta, proprio quello che desideravo per lei. Non volevo obbligare la mia Dike ad una vita tra 4 mura, le avevo promesso una vita bella e credo di aver fatto la scelta giusta”.

D’altronde il suo nome, Dike, significa la Dea della Giustizia.

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“Le avevo promesso una vita bella e credo di aver fatto la scelta giusta”.

 

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